GRACE UNDER PRESSURE, RUSH

Grazie al sopraffino lavoro di ricerca musicale dell’amico Mauro Gilardi mi è tornato alla mente un album eccezionale: Grace Under Pressure dei Rush.
Facciamo una premessa iniziale: I Rush sono una band che non ha mai avuto nessun confine nel campo della sperimentazione
La band è passata con una semplicità estrema dall’hard rock degli esordi all’hard prog della fase che va dall’album 2112 a Permanent Waves, alla contaminazione con la New Wave Inglese degli anni ’80 fino all’ heavy rock degli ultimi album. La band è difficile da collocare perché dispone di creatività immensa, troppa per essere confinata in un solo genere. Se è vero che i nostri hanno cambiato genere praticamente di album in album, sono tutti accomunabili da una sola cosa: l’altissimo livello qualitativo. “Grace Under Pressure”, album del 1984 centra pienamente il bersaglio, risultando un’ennesima e indiscutibile prova del talento della band.
Una manciata di song accattivanti, melodie ricercate e una sezione ritmica sublime. Il compito di aprire le danze è lasciato a “Distan Early Warning”, stupendo e trascinante prog rock dalle melodie eccellenti.
Il suono è cristallino, niente distorsioni pesanti o simili, eppure il brano riesce a sprigionare una potenza veramente notevole (e chi ha mai avuto il piacere di vederne la versione live sa cosa intendo).
Nell’album incontriamo pezzi di rock dinamico condito da pregevoli melodie. Ma arriviamo ora ad un brano memorabile: “Red Sector A”. Il brano è costruito su una sezione ritmica lineare ma sapientemente arrangiata, Geddy Lee abbandona il basso per dedicarsi completamente alle tastiere e l’assolo di Lifeson è semplicemente fantastico.
Alla traccia numero quattro troviamo quella che è la canzone dell’album preferita dal sottoscritto.
La ritmica diventa quasi Ska, il basso detta la tessitura ritmica della canzone che ci offre un dinamismo incredibile unito alle accattivanti melodie della voce e le tastiere trovano spazio nella bellissima apertura melodica offerta dal ritornello. In definitiva l’album in questione rientra in quella categoria di album che resistono incolumi alle insidie del tempo.
Un album bellissimo, da ascoltare e riascoltare, senza pregiudizi di nessun tipo, a prescindere da qualsiasi tipo di catalogazione di genere. Consigliato a tutti gli amanti della Musica.